giovedì 14 gennaio 2010

TRE RUNE - prima parte

"Ah!" mi guardo intorno con aria volutamente ed eccessivamente scocciata "Non posso crederci. Pensi davvero che accetterei una simile missione?"L'uomo seduto al tavolo di fronte a me ha il volto segnato dalla sofferenza e dall'angoscia. E' un villano che lavora nelle risaie ad ovest, i cosiddetti Pianori de' Fiumi. Una vasta pianura dove si snoda il delta del fiume Grandanse.Ho ricevuto una soffiata da uno dei miei informatori. Una buona paga, addirittura di carattere magico, certa e assicurata, in cambio di un semplice lavoro di salvataggio che coinvolgeva una bambina e un vecchio. Di denaro in questo periodo, sia ringraziato Bell, ne ho abbastanza. Ma la magia è sempre cosa rara, ed è bene averne qualche scorta di tanto in tanto. Gli oggetti magici sono spesso caratterizzati da un limitato numero di cariche, e le pozioni non sono mai abbastanza.Aspetto l'ora dell'appuntamento, per incontrare il cliente.Mi reco nel luogo indicato, una panchina nel giardino delle more, proprio a ridosso dei resti delle vecchie mura del Castello.E chi ti trovo?Un villico. Ha un soprabito marrone, sporco di polvere e terra. Ha posato il berretto sulle sue gambe, in segno di riverenza.
"Non ho altre risorse, Figlia delle Tenebre. Mia figlia è stata portata nella casa della Fiumara...non sarà mai più la stessa, farà la fine di tutte le altre!" il suo tono di voce è trepidante d'emozione e di sincero timore. Allo stesso tempo, però, è determinato.
"Sai che di solito non compio lavori di questo genere. Inoltre il Mastro Vassallo gode di una certa reputazione... I salvataggi non sono il mio pane, e l'assassinio di persone in vista nella società di Comunanza non sono propriamente il massimo, se si vuole continuare a campare in pace..." gli faccio un sorriso di circostanza, mentre mi gratto la punta del naso. L'inverno è particolarmente rigido quest'anno, e l'umidità che il Grandanse emana su tutta la regione permea le vecchie mura, i tetti e il ciottolato delle strade. Impedisce ai panni stesi nei vicoli, da muro a muro e da finestra a finestra, di asciugarsi velocemente, e appanna i vetri, formando gocce di condensa.
Anche i miei capelli risentono del clima. Di norma si arricciano appena un po' sulle punte, ma gli inverni umidi che ci sono qui in pianura tendono a diventare praticamente ingestibili.
Quest'uomo è pronto per vendersi al diavolo. Ha già partecipato a riunioni notturne, e il fatto che mi chiami reverentemente "Figlia delle Tenebre" è prova che costui ha varcato la soglia del non ritorno.
"...in fondo... credo che i miei giorni a Comunanza stiano per finire. Ne ho abbastanza di questo clima. Penso che presto lascerò la città." aggiungo con falsa noncuranza.
Si.
E mi sento ribollire il sangue nelle vene. La mia anima arde di desiderio, gode all'idea di uccidere questo viscido verme, questo stupratore di bambine che abusa del potere datogli dalla Principessa per vessare i contadini, facendosi consegnare le loro figliolette per giacere con loro.
"Dimmi una cosa." dico alzandomi in piedi, guardandolo con sguardo indagatore.
"Qualsiasi cosa, Figlia delle Tenebre!" risponde lui guardandomi dal basso, le mani che stringono il berretto, stropicciandolo impietosamente.
"Vuoi una vendetta? Ormai tua figlia è nella Fiumara da stamattina. A quest'ora sarà..."
"Lo so." aggiunge lui interrompendomi. Nei suoi occhi il lampo di chi non vuole sentire altro, lo strazio di un genitore che non ha potuto difendere sua figlia. "Mia figlia mi verrà restituita quando il Vassallo sarà stanco di lei. Non ho potuto oppormi. Se farai una visita al villaggio della risaia scoprirai perché non ho potuto. Io non voglio vendetta. E non vengo a nome mio".
"Ah no?" incrocio le braccia, inspiro l'aria fredda e umida che mi circonda. Sulle foglie dei rovi di more del giardino si sono formate delle goccioline. "Sei un emissario, dunque..."
"Si, mia Signora. Sono venuto a chiederti di portare la morte a nome di molte persone. Ti prego. Se non sarai soddisfatta della nostra proposta, potrai uccidermi e fare di me ciò che vorrai".
Mi metto a ridere di gusto. Che mai potrei farmene di questo contadino? Figurarsi poi se mi verrebbe mai in mente di sottrarlo a sua moglie e ai suoi figli. Come camperebbero senza di lui? Ci sono regole e leggi che devono essere rispettate. Questo fa la grande differenza fra un tagliagole e un Assassino.
"Non ho intenzione di farti nulla." gli dico con un sorriso "Andrò a sentire cosa hanno da dirmi le persone del villaggio. Perché siete tutti voi assieme che volete la morte del Vassallo, lo so."
Lui mi guarda a bocca aperta, come se avessi scoperto chissà che.
"Le leggende che ti circondano sono vere, Figlia delle Tenebre. Sei bella, scaltra e terribile come..."
Mi chiedo che faccia avrà fatto quando, finita la sua frase ad effetto, si sarà reso conto che non ero più con lui, scomparsa nel buio della notte nera.
Fine prima parte

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